sabato 14 gennaio 2012

La monaca aerea, Episodio 1, La Nave fantasma!


Ero stata inviata nientemeno che dal Papa Maledetto XVI in missione ipersegreta nelle segretissime segrete del Castello dei Segreti (MI).
Tutto filava liscio come l'acqua santa, mi ero lanciata dall'aereo delle guardie svizzere alle 19:00, avevo planato attorno al castello per fare ricognizione una mezz'oretta ed ero atterrata non poco distante dal mio obbiettivo principale.
Solo allora ero autorizzata ad aprire la busta che conteneva il vero scopo della missione.
Il vero scopo della mia missione era rubare il cristallo magico appartenente al Papa Mandorla IV e rubatogli dalle spie dei Churchi del caffè, sterminare la famiglia reale dei Churchi e riportare lo magico artefatto al Vaticano, tutto questo parlando solo in cinese mandarino. Era un vero problema, conoscevo solo due parole in cinese mandarino, mi ricordo che quando in convento imparavano il mandarino alle mie consorelle, io imparavo a volare e planare come una libellula voluttuosa.
Fattostachè conoscevo già 16 lingue ma il cinese mandarino era una mia grossa lacuna, e per grossa intendo grande, molto grande.
Colpo di scena!!! Mi scoprirono, mentre ero lì che meditavo sulla mia ignoranza milioni di piccoli chicchi di caffè mi sorpresero alle spalle e provarono a tostarmi, inutilmente. Ero fornita di antidoti ad ogni possibile veleno e attacco, avevo perciò una tascabile caffettiera da campo, dalla quale i chicchi furono terrorizzati e fuggirono.
Il fattore sorpresa era andato, presi la rincorsa e decollai, feci due giravolte e poi atterrai all'interno delle mura del Castello dei Segreti (MI). Il piano era questo: entrare, fare un carnaio, uscire con la pietra preziosa.
Entrai, feci un carnaio, uscii con la pietra preziosa.
Le centinaia di guardie dei Churchi del caffè mi erano addosso. Decollai evitando i loro proiettili, che seppure fossero chicchi di caffè facevano un male cane, e mi diressiverso il punto d'estrazione. Fu allora che il preziosissimo manufatto mi cadde dalle pieghe del vestito, noi suore non abbiamo tasche, cosicchè avevo dovuto piegare il vestito per custodire la gemma. Mi diressi in picchiata e recuperai l'oggetto, non sapevo dove metterlo, e dovevo liberarmi le mani di modo da poter cabrare meglio, così la misi nell'unico posto davvero sicuro che conoscevo, il mio culo. Fu ardua all'inizio ma poi, ricordando le lezioni che da bambina Padre Anos ci impartiva, riuscii nella TitAnica impresa (capita?).
In due giorni ininterrotti di volo, tra bufere e tormente, riuscii ad arrivare in Congo, dove il Vaticano si era temporaneamente trasferito. Espulsi il magico cristallo e dopo averlo deterso per bene e disinfettato, lo consegnai nelle mani del Pontefice, che mi convocò nella sua tenuta di campagna per darmi un'affettuosa ricompensa.
Il giorno dopo ci andai e, ragazzi, fu la trombata migliore della mia vita. Tutto è bene quel che finisce bene, diceva sempre lo fratello Mickey e io gli credo :D
Alla mia prossima avventura!

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