Il detective si avviava verso Randall square. Una volta scoperto il nome del teatro fu facile trovare l'indirizzo. L'edificio era fatiscente, ma l'insegna era ancora in piedi, nonstante le luci fossero per tre quarti fulminate, la porta d'ingresso era leggermente aperta, si avvicinò per sbirciare dentro e non fece in tempo a sfiorare la porta che un terribile quanto improvviso allarme esplose nel silenzio della piazza, avvisando chiunque nel raggio di un chilometro che qualcuno si era avvicinato troppo. Mentre si copriva le orecchie perchè non gli esplodessero i timpani, la porta si aprì e vide uno strano figuro che lo trascinò dentro, poi svenne definitivamente.
Quando Strudel si riprese era in uno stanza che ricordava un obitorio, si guardò intorno, non era un obitorio e lui era ancora vestito.
Scese dal lettino metallico e si diresse cauto verso la porta. Oltre c'era una grande stanza, piena di tavoli e sedie, la maggior parte dei quali rotti e rovesciati, mucchi di calcinacci sparsi per la sala, al fondo del lato lungo c'era un grosso palco, con mezzo sipario quasi intatto e mezzo sipario mezzo bruciato. Davanti a quello che restava del sipario c'era un tavolo, apparecchiato, illuminato dall'ultimo riflettore decente del posto. Al tavolo sedeva un uomo, molto magro ma vestito di tutto punto, dava le spalle al detective ma si girò veloce appena lo sentì arrivare.
"Oh, ti sei svegliato caro" strillò quasi l'uomo. Si alzò e si diresse verso Manidiporco. Era fottutamente alto, sembrava stesse su dei trampoli, troppo alto e troppo magro per essere umano.
"Mi presento, mi chiamano Pantagruel, da ventisette anni gestisco questo storico teatro della città. Ma sto correndo troppo, dimmi caro. Chi sei?" disse le ultime due parole guardando Strudel negli occhi o, più precisamente, infilzandogli l'anima con due occhi neri come il nulla.
Quello sguardo fece vivere al detective un momento surreale in cui avrebbe rivelato ogni cosa, a partire dall'imbarazzante primo bacio all'asilo con la cicciona della classe, fino alla sua segreta indagine sulla piramide baffuta. La sensazione durò un frammento di secondo.
"Sono Stephen Strudel, un detective, sono qui per farle due domande"
L'altissimo Pantagruel si elevò in tutta la sua alta ma per nulla spaventosa stazza, incrociò le braccia e disse tranquillo "Io non ho nulla da dire alla polizia, siete venuti il mese scorso e vi ho pagati quello che volevate"
"Io non sono della polizia signor Pantagruel"
"Oh chiamami pure Panta allora"
"Magari no, sono un detective privato. Perchè lei paga la polizia?" chiese curioso.
"Per la bisca ovviamente, c'è la più grossa bisca di giochi d'azzardo della città, forse della regione, al piano di sotto"
"Ah" esclamò stupito il detective, poi continuò, un pò imbarazzato "Avete anche... avete anche il Gioco dell'Anatra?"
A Pantagruel si aprì un sorriso da un orecchio all'altro "Mio caro, sei un vero duro tu eh? Vieni con me che sfamiamo la tua sete di sangue"
*Passata la 3a guerra mondiale, considerata dai più parecchio noiosa, le gente cercava divertimenti estremi. Il gioco d'azzardo non era mai, nella storia dell'umanità, andato così bene. Dopo 6 anni in cui il 90 % della nazione si era ridotto in miseria per un minimo di divertimento il governo decise di abolire i giochi d'azzardo, tutti, anche la lotteria che fino al giorno prima sponsorizzava. Tra i tanti giochi crudeli che nacquero in quegli anni d'oro, Il Gioco dell'Anatra era in assoluto il più crudele di tutti.
Ad un'anatra veniva fatto ingoiare un diamante grande come uno spicchio d'aglio, o comunque qualcosa di valore, veniva poi lasciata andare in un mucchio con un numero di anatre più elevato a seconda del valore dell'anatra vincente. Il rischio stava in due fattori principali, visto l'alto valore del premio di solito i giocatori scommettevano organi interni, parti del corpo doppie o di cui si erano stancati, il secondo rischio stava nel fatto che le altre anatre potevano avere altri oggetti in pancia, che di solito variavano da premi di basso valore a granate esplosive. Vinceva chi riusciva a trovare l'anatra giusta, estrarre il premio dal ventre, sopravvivere alle aggressioni degli altri giocatori ed uscire dalla stanza prima che entrassero i riscossori della puntata, dei gorilla più larghi che alti con una dubbia conoscenza medica,che costringevano i perdenti a consegnare occhi, reni, polmoni e quant'altro avessero puntato.
Inizio intermezzo
Fine intermezzo
Si dirigevano verso la stanza del gioco quando a Strudel tornò in mente il motivo principale per cui era lì. "Interessante come si sia conservata bene l'insegna del teatro"
"Già" esclamò con genuino stupore Pantagruel.
"Bello il disegno del triangolo coi baffi, ha un significato? Mi pare di averlo già visto da qualche parte"
"Ah ah ah, no è impossibile" rise Pantagruel, ma cambiò subito tono "Non significa nulla, è un disegno che ho fatto una notte che ero ubriaco e abbastanza in acido" tagliò corto.
"Sono abbastanza sicuro di averlo già visto da qualche parte, forse al monastero di Pitas's Street"
L'altissimo uomo si girò e fulminò Manidiporco con quello sguardo penetrante che già aveva avuto la sfortuna di subire.
"A.. a quanto sono dati i reni questo mese?"
"A dire la verità a poco" riprese, molto tranquillamente l'altro "Gli organi doppi non sono più così quotati come una volta, vanno ancora forte gli occhi e ipollici però"
"Mi sa che un pollice lo posso anche scommettere"
"Benone allora, siamo arrivati, eccoti il coltello" concluse fermandosi davanti ad una porta. L'aprì, ci spinse dentro il detectiveche aveva appena preso in mano il coltello e chiuse. Strudel non l'avrebbe più visto per un bel pezzo.
La stanza era la tipica stanza da gioco dell'anatra, molto alta, esagonale, divisa in sei parti uguali, in un triangolo stavano i contendenti e in ogni altro una decina di anatre che passavano il tempo guardandosi con il loro tipico sguardo da anatra. Si guardò intorno, c'erano altre 4 persone, due uomini e due donne, tutti dei tipi strani, uno era addirittura vestito da coniglio.
"Perchè indossi quello stupido costume da coniglio?"
"E tu perchè non ti fai i cazzi tuoi?"
Nel tabellone mezzo scassato in alto terminò il conto alla rovescie. Le pareti divisorie della stanza si abbassarono. Gli sfidanti si guardarono negli occhi. Le anatre pure.
Al suono della sirena corsero in avanti e tutti afferrarono un'animale, i primi venivano sempre scartati, la gente non era ancora troppo nervosa e si limitava a tastare la pancia del volatile per cercare di capire se ci fosse dentro qualcosa di grosso o pericoloso.
Dopo tre minuti si vide il primo sangue, il coniglione sgozzò un'anatra e poi le aprì la pancia dentro c'era solo un pupazzetto, ma tutti gli altri cominciarono a cercare più nervosamente. La stanza bianca nel giro di dieci minuti diventò un pantano di fluidi e schifezze interne di uccello, la gente inciampava e scivolava sporcandosi di sangue e carne. A Manidiporco tornarono in mente i bei giorni in cui lavorava al macello di
La prima esplosione gli impedì di vagare mentalmente, per fortuna la stanza era grande e solo due dei contendenti erano stati colpiti. Mentre la donna era stata colpita di striscio e aveva perso solo una parte del braccio, il coniglio era stato tranciato a metà.
Rimasti in due e mezzo, ma solo in due attivi, il detective e la donna rimanente si dettero una mossa, squarciando anatre con cauta furia, per evitare di fare la fine del coniglio.
Fu esattamente due o tre minuti dopo che Stephen, ravanando tra le interiora di un'anatra nera sentì qualcosa di duro, lo sollevò e pulì il grosso dello schifo. Aveva fra le mani il diamante.
La donna era dall'altra parte della stanza, alzò un attimo lo sguardo e lo vide che contemplava la pietra. Nonostante la stanchezza e le scivolate corse verso di lui con il coltello in mano quando, a circa metà strada, inciampò su un'intestino tenue e cadde faccia terra su una mina, un residuo della terza guerra che le sparse le idee per tutta la stanza.
Mentre i ripulitori cominciavano a fare il loro lavoro il detective usciva dalla stanza e dal teatro, sporco come poche volte era già stato, contento per il diamante, ma deluso per non essere riuscito a scoprire nulla su quel simbolo, Pantagruel sapeva di sicuro qualcosa, ma lo intimoriva troppo per avere voglia di indagare oltre.
La sera, mentre si rilassava bevendo autentico Pseudo-Scotch arrivò una chiamata, era suo zio, il Conte Isaia Alberini-Cicciaporci, che lo doveva assolutamente vedere.
Fin.
Episodio 1 - Enter the mullet
Episodio 2 - Star Mullets
"Mi sa che un pollice lo posso anche scommettere"
"Benone allora, siamo arrivati, eccoti il coltello" concluse fermandosi davanti ad una porta. L'aprì, ci spinse dentro il detectiveche aveva appena preso in mano il coltello e chiuse. Strudel non l'avrebbe più visto per un bel pezzo.
La stanza era la tipica stanza da gioco dell'anatra, molto alta, esagonale, divisa in sei parti uguali, in un triangolo stavano i contendenti e in ogni altro una decina di anatre che passavano il tempo guardandosi con il loro tipico sguardo da anatra. Si guardò intorno, c'erano altre 4 persone, due uomini e due donne, tutti dei tipi strani, uno era addirittura vestito da coniglio.
"Perchè indossi quello stupido costume da coniglio?"
"E tu perchè non ti fai i cazzi tuoi?"
Nel tabellone mezzo scassato in alto terminò il conto alla rovescie. Le pareti divisorie della stanza si abbassarono. Gli sfidanti si guardarono negli occhi. Le anatre pure.
Al suono della sirena corsero in avanti e tutti afferrarono un'animale, i primi venivano sempre scartati, la gente non era ancora troppo nervosa e si limitava a tastare la pancia del volatile per cercare di capire se ci fosse dentro qualcosa di grosso o pericoloso.
Dopo tre minuti si vide il primo sangue, il coniglione sgozzò un'anatra e poi le aprì la pancia dentro c'era solo un pupazzetto, ma tutti gli altri cominciarono a cercare più nervosamente. La stanza bianca nel giro di dieci minuti diventò un pantano di fluidi e schifezze interne di uccello, la gente inciampava e scivolava sporcandosi di sangue e carne. A Manidiporco tornarono in mente i bei giorni in cui lavorava al macello di
La prima esplosione gli impedì di vagare mentalmente, per fortuna la stanza era grande e solo due dei contendenti erano stati colpiti. Mentre la donna era stata colpita di striscio e aveva perso solo una parte del braccio, il coniglio era stato tranciato a metà.
Rimasti in due e mezzo, ma solo in due attivi, il detective e la donna rimanente si dettero una mossa, squarciando anatre con cauta furia, per evitare di fare la fine del coniglio.
Fu esattamente due o tre minuti dopo che Stephen, ravanando tra le interiora di un'anatra nera sentì qualcosa di duro, lo sollevò e pulì il grosso dello schifo. Aveva fra le mani il diamante.
La donna era dall'altra parte della stanza, alzò un attimo lo sguardo e lo vide che contemplava la pietra. Nonostante la stanchezza e le scivolate corse verso di lui con il coltello in mano quando, a circa metà strada, inciampò su un'intestino tenue e cadde faccia terra su una mina, un residuo della terza guerra che le sparse le idee per tutta la stanza.
Mentre i ripulitori cominciavano a fare il loro lavoro il detective usciva dalla stanza e dal teatro, sporco come poche volte era già stato, contento per il diamante, ma deluso per non essere riuscito a scoprire nulla su quel simbolo, Pantagruel sapeva di sicuro qualcosa, ma lo intimoriva troppo per avere voglia di indagare oltre.
La sera, mentre si rilassava bevendo autentico Pseudo-Scotch arrivò una chiamata, era suo zio, il Conte Isaia Alberini-Cicciaporci, che lo doveva assolutamente vedere.
Fin.
Episodio 1 - Enter the mullet
Episodio 2 - Star Mullets
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